ONCE UPON A TIME...
Dopo 4 mesi e mezzo, possiamo dire di essere arrivati esattamente dove volevamo. È stato un piccolo grande viaggio, una grande avventura per noi.
Certamente lo spostarsi ogni tre quattro giorni, con bagaglio da sistemare bene ogni volta, affrontare lunghi trasferimenti più o meno comodi, nuovi paesi, nuove città, moneta, traffico e culture ha bisogno di una grande capacità di adattamento e, diremo, la capacità di lasciare a casa quello che siamo, immergendosi nel “diverso”, senza pregiudizi. Ammettiamo di essere un pochino stanchi, fisicamente e mentalmente. Fisicamente perché ogni giorno, ogni volta che ci trovavamo in nuovi luoghi, andavamo alla scoperta di tutto ciò he potevamo esplorare, senza tregua e senza seguire sempre le tracce predefinite. Mentalmente perché, nonostante sia stato un viaggio ben studiato da prima di partire, ovviamente, come spesso accade, quando ci si ritrova dentro alle cose, si presentavano condizioni e problematiche da risolvere all'occorrenza. Il nostro volo era di sola andata e soltanto le prime due settimane erano organizzate con le prenotazioni fatte dall’ Italia (visto il periodo di festività). Da lì in poi, ogni volta dovevamo pensare ai trasferimenti, agli alloggi e a superare piccoli ostacoli che si presentavano e che, a casa, avremmo risolto con una telefonata. Però, sinceramente, rifaremmo tutto da capo, ora, adesso. Con qualche piccola modifica e accorgimento, rifaremmo tutto. Sapete perché: perché il mondo è bello da vivere e non ci sono soldi che ripaghino certe esperienze di vita, così come non ci sono scuse per chi non capisce che importanza abbia viaggiare. È RIDIMENSIONARSI, capire quanto siamo piccoli, in tutti i sensi. Prima di partire personalmente ero piana di paure: terrorismo, truffe, furti, incomprensioni in paesi rigidi politicamente, malattie, addirittura sequestri. Tutto questo perché c'è tanta ignoranza e perché ci sono informazioni assolutamente fuorvianti ed esageratamente negative sul web. Dal sito della Farnesina (Viaggiare Sicuri) in poi, è un continuo morire per strada. Invece, vi assicuriamo che è tutta un'altra storia. Abbiamo superato il pericolo malaria in zone ritenute rosse, senza profilassi; abbiamo superato i primi mesi di dissenteria e infezioni intestinali facendoci anticorpi che non pensavamo di avere; abbiamo superato la pazzia degli autisti, il traffico, l'impossibilità di comunicare e chi più ne ha più ne metta. Insomma siamo davvero soddisfatti e felici che sia andato tutto bene, siamo stati molto fortunati, anche metereologicamente parlando, ed è andato tutto benissimo. Tutto questo però non lo dobbiamo soltanto a noi ma soprattutto ai luoghi in cui siamo stati e alle persone che abbiamo incontrato in questo cammino, esempio di rispetto, accoglienza e anche sicurezza per molti paesi “civili”. Lasciamo le considerazioni sull'inquinamento e la plastica perché solo stando qui e capendo il perché delle cose qualcosa l'abbiamo capita.
Certamente lo spostarsi ogni tre quattro giorni, con bagaglio da sistemare bene ogni volta, affrontare lunghi trasferimenti più o meno comodi, nuovi paesi, nuove città, moneta, traffico e culture ha bisogno di una grande capacità di adattamento e, diremo, la capacità di lasciare a casa quello che siamo, immergendosi nel “diverso”, senza pregiudizi. Ammettiamo di essere un pochino stanchi, fisicamente e mentalmente. Fisicamente perché ogni giorno, ogni volta che ci trovavamo in nuovi luoghi, andavamo alla scoperta di tutto ciò he potevamo esplorare, senza tregua e senza seguire sempre le tracce predefinite. Mentalmente perché, nonostante sia stato un viaggio ben studiato da prima di partire, ovviamente, come spesso accade, quando ci si ritrova dentro alle cose, si presentavano condizioni e problematiche da risolvere all'occorrenza. Il nostro volo era di sola andata e soltanto le prime due settimane erano organizzate con le prenotazioni fatte dall’ Italia (visto il periodo di festività). Da lì in poi, ogni volta dovevamo pensare ai trasferimenti, agli alloggi e a superare piccoli ostacoli che si presentavano e che, a casa, avremmo risolto con una telefonata. Però, sinceramente, rifaremmo tutto da capo, ora, adesso. Con qualche piccola modifica e accorgimento, rifaremmo tutto. Sapete perché: perché il mondo è bello da vivere e non ci sono soldi che ripaghino certe esperienze di vita, così come non ci sono scuse per chi non capisce che importanza abbia viaggiare. È RIDIMENSIONARSI, capire quanto siamo piccoli, in tutti i sensi. Prima di partire personalmente ero piana di paure: terrorismo, truffe, furti, incomprensioni in paesi rigidi politicamente, malattie, addirittura sequestri. Tutto questo perché c'è tanta ignoranza e perché ci sono informazioni assolutamente fuorvianti ed esageratamente negative sul web. Dal sito della Farnesina (Viaggiare Sicuri) in poi, è un continuo morire per strada. Invece, vi assicuriamo che è tutta un'altra storia. Abbiamo superato il pericolo malaria in zone ritenute rosse, senza profilassi; abbiamo superato i primi mesi di dissenteria e infezioni intestinali facendoci anticorpi che non pensavamo di avere; abbiamo superato la pazzia degli autisti, il traffico, l'impossibilità di comunicare e chi più ne ha più ne metta. Insomma siamo davvero soddisfatti e felici che sia andato tutto bene, siamo stati molto fortunati, anche metereologicamente parlando, ed è andato tutto benissimo. Tutto questo però non lo dobbiamo soltanto a noi ma soprattutto ai luoghi in cui siamo stati e alle persone che abbiamo incontrato in questo cammino, esempio di rispetto, accoglienza e anche sicurezza per molti paesi “civili”. Lasciamo le considerazioni sull'inquinamento e la plastica perché solo stando qui e capendo il perché delle cose qualcosa l'abbiamo capita.
Cosa ci portiamo con noi:
Buddha, Templi, gradini gradoni, riso, noodles, scooter, caldo, karaoke, mercati, clacson (come il battito del cuore, ogni istante e in ogni dove), colori, profumi, sorrisi, paesaggi, e tanto altro ma soprattutto la gente: questa parte di mondo che a “civilta”, nel suo significato di capacità di civile convivenza, rispettosa convivenza e condivisione, ha tutto da insegnarci. Non conta il loro aspetto, le loro scarse condizioni igieniche o l'inquinamento; conta il cuore che hanno, la loro capacità di adattarsi, accontentarsi e continuare a sorridere; il loro senso pratico, il pragmatismo in ogni piccola grande cosa; la manualità, la velocità nel gestire le situazioni, senza farsi le seghe al cervello e senza fronzoli e sovrastrutture formali che tutti noi conosciamo bene. L'onesta, l'incapacità di fare del male, quello serio (non le stupidate da semplici “truffaldini” che ci sono anche qua), l'accoglienza, il rispetto reciproco e l’UMANITA” saranno le cose che porteremo con noi da questa piccola, grande avventura.
Ringraziamo tutti coloro che hanno voluto viaggiare un po con noi, significa che siete curiosi e ben sappiamo che la curiosità di conoscere è il sale della vita.
Il nostro viaggio continuerà, venite con noi.
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